Parigi-Roubaix 2024, Tim Declercq sulla chicane pre-Arenberg: “Tutti vogliono il ciclismo più sicuro, poi si fa qualcosa per renderlo tale e partono le critiche”
Tim Declercq è uno dei corridori più esperti in gruppo. 35enne da pochi giorni, il belga, ora in forza alla Lidl-Trek, sta vivendo la sua 16esima stagione da corridore professionista. In tutti questi anni, peraltro, ha già corso nove Parigi-Roubaix e domenica 7 aprile affronterà per la decima volta il cosidetto “Inferno del Nord”, gara che sarà caratterizzata dall’inserimento di una “variante” proprio qualche metro prima dell’ingresso della Foresta di Arenberg. Il tratto è stato studiato per diminuire la velocità con cui i corridori entrano nel difficilissimo tratto di pavé, ma non tutti hanno preso benissimo l’idea, primo fra tutti Mathieu van der Poel. Declercq, però, ha un punto di vista ben diverso rispetto a quello dell’iridato in carica.
“Io sono stato uno di quelli che ha proposto ad ASO (gli organizzatori della Roubaix – ndr) di fare questa cosa – le parole di Declercq raccolte da Het Laatste Nieuws – Negli anni la Foresta di Arenberg è diventata sempre peggio, anno dopo anno. Succedevano cose da pazzi. Tante carriere sono state interrotte a causa delle cadute che sono avvenute in quel tratto. Era necessario cambiare qualcosa”.
Il belga aggiunge: “Tutti dicono che il ciclismo deve essere più sicuro. Poi – il pensiero di Declercq – non appena qualcuno fa una proposta, quel che si fa è guardare solo agli eventuali svantaggi. Che è una cosa tipica del ciclismo. Con la chicane, la velocità di ingresso nella Foresta sarà fra i 30 e i 35 chilometri orari. Non sto dicendo che non ci saranno cadute, ma che le conseguenze saranno meno serie. C’è una bella differenza con i 70 km/h a cui si entrava prima: a quelle condizioni, era quasi certo che ci sarebbe stata una caduta, fra la decima e la quarantesima posizione del gruppo”.
Sul fronte dei dirigenti, Richard Plugge, direttore generale della Visma|Lease a Bike, si mostra entusiasta e fa i complimenti ad Adam Hansen, presidente dell’Associazione Corridori: “Ottimo lavoro – ha scritto Plugge – Le discussioni all’interno di SafeR aiutano, siamo uniti per portare la sicurezza del nostro sport a un livello superiore”. SafeR è l’organismo che unisce rappresentanti di UCI, Associazione Organizzatori Corse (AIOCC), Associazione dei Gruppi Ciclistici Professionistici (AIGCP) e i sindacati di ciclisti e cicliste con l’obiettivo di valutare i percorsi delle gare e di studiare soluzioni che ne aumentino la sicurezza.
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